Il prossimo grande appuntamento è il Roland Garros, ma nel mondo del tennis alcuni guardano già a Wimbledon 2022, dopo che nella scorsa edizione Matteo Berrettini ha raggiunto la finale contro Novak Djokovic. E proprio il tennista romano ha gli occhi puntati sullo Slam londinese e su una possibile rivincita.
Wimbledon 2022, Djokovic ci sarà, Berrettini spera
Il n. 1 azzurro è fermo da Indian Wells e ha dovuto subire un intervento alla mano che lo ha costretto a un lungo stop. Le prospettive di rivederlo in campo all’Open di Francia sono minime, ma la rinuncia più dolorosa per Berrettini è stata quella agli Internazionali d’Italia. L’obiettivo, come ha dichiarato ai giornalisti, è di rientrare proprio in vista del terzo Slam dell’anno. “Sarà una stagione sull’erba diversa, perché non ci arriverò con tante partite sulle spalle. Ma sono convinto che prima o dopo riuscirò a vincere quel torneo”.
Dove la sua strada potrebbe incrociarsi di nuovo con quella del campione dello scorso anno, Djokovic. L’organizzazione dello Slam ha infatti annunciato che per i partecipanti non ci sarà obbligo vaccinale, aprendo la strada alla presenza del serbo, che per la ritrosia a immunizzarsi contro il Covid-19 in questa stagione è stato costretto a rinunciare a difendere il titolo all’Australian Open, olte che a giocare negli USA.
Esclusione tennisti russi, Panatta: “È razzismo”
Non potranno invece essere a Wimbledon Daniil Medvedev, Andrey Rublev e tutti gli altri atleti di nazionalità russa e bielorussa dei circuiti ATP e WTA, esclusi dal comitato organizzatore del torneo inglese in risposta all’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina.
Provvedimento che ha provocato polemiche e una lunga serie di reazione negative, a cominciare da quella dell’ATP, che l’ha definito “ingiusto” e “pericoloso”. Ancora più duro Nole, che ha parlato di “decisione folle”, mentre Rafa Nadal ha sottolineo come i tennisti non abbiano responsabilità nel conflitto.
E alle voci contrarie si è unita anche quella di Adriano Panatta. “È una vergogna che non possano giocare” ha dichiarato il vincitore della Coppa Davis del ‘76. “È una forma di razzismo. Se vado a Parigi sono un italiano in Francia, non rappresento l’Italia”.